Classificazione e produzione pelli da pellicceria

Posted by on February 18, 2016 . 0 Comments.

Classificazione. Le pelli provenienti da animali in possesso di manti pregiati, dal pelo abbondante, morbido, uniforme, lucente e di vario colore, vengono denominate pelli per pellicceria; la loro classificazione fondamentale è basata sulla specie animale che fornisce il grezzo. Le pelli si suddividono ulteriormente, secondo vari criteri, in:

 

  • Pelli di allevamento - provenienti da animali allevati
  • Pelli selvagge - provenienti da animali che vivono allo stato libero

 

In riferimento alla lunghezza del peli si hanno:

 

In riferimento al grado di lavorazione si hanno:

  • Pelli grezze, semplicemente essiccate
  • Pelli conciate, pronte per essere trasformate in pellicce.

Conservazione. Le pelli fresche vengono conservate esclusivamente mediante essiccazione. Le pelli essiccate, denominate pelli secche o pellicce grezze, si presentano col cuoio duro, quasi corneo, spesso e grosso e col pelo unto e scomposto; esse sono sottoposte alle operazioni costituenti il ciclo di lavorazione, conciario.

 

Il ciclo di lavorazione conciario. Il ciclo di lavorazione conciario comprende le seguenti fasi: le operazioni che precedono la concia, la concia vera e propria e le operazioni che si compiono dopo la concia.

 

Operazioni che precedono la concia. Le operazioni che precedono la concia sono il ricevimento, la selezione, il rinverdimento e la scarnatura.

  • Rinverdimento: si realizza immergendo le pelli in vasche in cui scorre continuamente acqua pulita al fine di restituire alle stesse l'acqua che avevano prima di essere essiccate.

 

  • Scarnatura: serve per allontanare dalle pelli il carniccio ed il grasso e viene compiuta in bottali contenenti segatura; l'asportazione delle parti cartilaginee e cornee viene effettuata in genere a mano con appositi utensili.

 

 

Concia. La concia delle pelli per pellicceria viene condotta in modo blando per non deteriorare il pelo ed in modo che esso rimanga perfettamente radicato e composto. I processi di concia più impiegati che variano in relazione al tipo di pelle sono: la concia all'olio, la concia alla crusca e la concia alla formaldeide.

 

  • Concia all'olio. La pelle viene dapprima spalmata, dalla parte interna, con olio di pesce quindi arrotolata su se stessa e lasciata a riposo per alcuni giorni in modo che il riscaldamento che ha luogo favorisca l'ossidazione dei grassi che sono così in grado di esplicare la loro azione conciante come già descritto

 

  • Concia alla crusca. Le pelli vengono dapprima spalmate con una poltiglia di farina o crusca d'orzo arrotolate e lasciate e riposo per il tempo necessario al compimento dell'azione conciante. Durante questo tempo l'amido contenuto nella farina o nella crusca viene dapprima trasformato in glucosio che per fermentazione si trasforma in acido lattico responsabile dell'azione conciante.

 

  • Concia alla formaldeide. È uno dei processi più utilizzati e si realizza bagnando la pelle, dal lato del pelo, con soluzione di formaldeide; segue, dopo un riposo di 2 o 3 ore, l'essiccazione che viene condotta molto lentamente e a temperatura non superiore a 40° C.  Scarsamente impiegate invece sono la concia al tannino, utilizzata per pelli di scarso pregio, e la concia al cromo che richiede trattamenti energici.

Operazioni che si compiono dopo la concia. Le operazioni che si compiono dopo la concia sono la tintura e la rifinizione.

  • Tintura: ha lo scopo di cambiare, migliorare ed uniformare il colore della pelliccia; si realizza in genere mediante immersione in vasche oppure a spazzola.
  • Rifinizione: comprende, la palissonatura e alla smerigliatura.
  • Rasatura: serve ad accorciare e a livellare il pelo
  • Epilazione: consiste nell'estirpare determinati peli (ad es. i peli setolosi del castoro).

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